Vespa Orientalis, sempre più diffusa a Roma e nel Lazio: ancora un ritrovamento, il nido è enorme e gli esemplari molti aggressivi.
A testimoniare il ritrovamento di un nuovo nido, l’ennesimo di questa estate, di Vespe Orientalis, è l’esperto Andrea Lunerti, il quale condivide la sua impresa sui suoi canali social. Questa volta, la scoperta è avvenuta a Lunghezza, non lontano da Tivoli, a est della Capitale. Questa specie di vespa, molto aggressiva, è arrivata nel Lazio già da tempo, ma si moltiplicano le invasioni.
Come ormai sappiamo, la Vespa Orientalis è una specie non autotctona del nostro territorio, ma invasiva. Nel corso dei decenni, gli avvistamenti sono cresciuti, e a causa dei cambiamenti climatici e del surriscaldamento globale, dalle Regioni del sud Italia, questa specie è risalita per il territorio, invadendo la Penisola. Da qualche anno è sempre più diffusa in Centro Italia.
Nel Lazio si sono moltiplicate le segnalazioni da parte dei cittadini. Alveari di Vespa Orientalis sono stati ritrovati ovunque, anche in zone fortemente antropizzate, come sottotetti, cabine elettriche dei condomini, sottoscale delle palazzine, siepi in giardino e in molti altri luoghi. La Vespa Orientalis si riconosce per via dei suoi colori e per le sue dimensioni.
Rispetto alla comune vespa, che tutti noi conosciamo, la Orientalis è di dimensioni maggiori, inoltre presenta colori differenti: ha il busto marrone lucido, con due strisce gialle molto vivide sulla coda. Inoltre, rispetto alla vespa comune, questa specie è molto più aggressiva. Una sua puntura è più pericolosa, provoca un dolore acuto e un livido enorme, con tanto di gonfiore, che può durare diversi giorni.
Lunerti, ovviamente bardato con l’attrezzatura idonea, effettua un intervento in una palazzina di Lunghezza, dove è stato rinvenuto un alveare enorme, mettendo in sicurezza l’area. Si tratta del più grande nido ritrovato nel 2023, e conta centinaia di esemplari. Si tratta di individui che allevano le loro regine. Rimuovere un alveare di tali dimensioni non è semplice.
L’intervento riesce, anche se Lunerti mostra la puntura di una vespa sul polso ai danni di uno dei soccorritori. L’alveare è stato diviso in più sezioni, per essere prelevato nella sua interezza. Un pericolo scampato. In casi del genere, l’unica soluzione è quella di richiedere l’intervento di persone esperte. Lo ricordiamo: mai fare di testa propria.
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