A breve arriveranno in Marocco squadre di soccorso da altri Paesi per aiutare quelle locali a scavare tra le macerie dopo il violentissimo terremoto di venerdì sera. Intanto sale il bilancio delle vittime.
Terremoto in Marocco, oltre 2.500 morti: si scava tra le macerie
Continua a salire il bilancio delle vittime e dei feriti provocati dal terremoto che ha colpito il Marocco nella serata di venerdì scorso. Ad oggi si contano almeno 2.500 morti ed altrettanti feriti gravi, un numero che, secondo le autorità, potrebbe crescere con il passare delle ore.
Le squadre di soccorso sono ancora a lavoro per scavare tra le macerie in cerca dei dispersi. In supporto ai soccorritori locali stanno arrivando altre squadre provenienti da quattro Paesi. Altre nazioni hanno già manifestato la volontà di inviare aiuti per sostenere la popolazione colpita.
Marocco, in arrivo squadre di soccorso da altri Paesi
Interi villaggi rasi al suolo, altri completamente isolati e soccorritori che lottano contro il tempo scavando tra le macerie per rintracciare superstiti anche a mani nude. È questa la drammatica situazione in Marocco, colpito venerdì sera da un sisma di magnitudo 6,8.
Il terremoto ha causato, secondo il bilancio attuale, la morte di almeno 2.500 persone, mentre altrettante sono rimaste ferite gravemente. Sono oltre 2mila, invece, i dispersi che le squadre di soccorso ed i volontari stanno cercando tra le macerie degli edifici crollati dopo la violentissima scossa. Molti Paesi si sono offerti per inviare sul posto squadre di soccorso che possano supportare quelle locali: il Governo marocchino al momento avrebbe accettato il sostegno di Spagna, Regno Unito, Qatar ed Emirati Arabi.
Intanto è partita la gara di solidarietà per inviare aiuti alla popolazione colpita dal sisma. La Commissione Europea, come riporta la redazione di Rai News, ha annunciato un finanziamento da 1 milione di euro in aiuti umanitari per il Marocco che l’Unione Europea sta stanziando. Anche l’Algeria ha preparato un piano di aiuti per fornire sostegno al Paese confinante, qualora quest’ultimo dovesse accettarlo, dati i difficili rapporti tra le due nazioni.
Tra le altre nazioni dettesi pronte ad inviare aiuti alla popolazione e squadre di sanitari, c’è anche l’Italia, come annunciato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani.