È accaduto poco dopo le 5 del mattino di oggi, con l’epicentro che ha coinvolto anche alcune zone dell’Emilia Romagna. Nessuna vittima
Continuano sul territorio nazionale le scosse sismiche di media alta identità. Per fortuna, non tutte di queste stanno provocando danni a cose e a persone, se non tanta tanta paura. A preoccupare, almeno per ora, resta la frequenza. Soltanto pochi giorni fa, è stata registrata una scossa di magnitudo 4.1 al largo delle coste di Ancona; e ancora qualche giorno prima, altre scosse hanno coinvolto i Campi Flegrei e di nuovo le Marche.
Per fortuna non si è chiamati a raccontare un terremoto violentissimo come quello che ha devastato una parte del Marocco lo scorso 8 settembre scorso, causando oltre 2.900 morti e più di 5.500 feriti. Resta il fatto, che analogamente allo scenario complessivo del Mediterraneo, la penisola è attraversata da un’attività sotterranea, confermano i sismografi, in continuo fermento. Ancora una volta, l’ultimo episodio è di questa notte, e ha riguardato la Toscana.
Soltanto nel mese di giugno si è registrata, nella medesima Regione, un’attività che ha sfiorato magnitudo 4, nella zona del Senese. Questa volta, invece, anzi, alle 5 della mattina di oggi, 18 settembre i cittadini sono stati svegliati da una scossa che l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha stimato tra 4.6 e 5.1 di magnitudo. Rilevata nella zona di Firenze fino alle 10 del mattino, ne è seguita un’altra di ben più modesta entità, magnitudo 2.8, individuata nella provincia di Forlì e Cesena.
L’INGV ha poi corretto a stretto giro la magnitudo, attestandola a 4.9: l’epicentro è stato rintracciato a tre chilometri da Marradi e ha avuto una profondità di 8,4 chilometri, nel pieno dell’Appennino tra Toscana ed Emilia-Romagna. Non si registrano danni a cose, né vittime o feriti. Soltanto molta paura. La scossa di magnitudo 2.8, dopo la prima fortissima, è avvenuta ancora a Marradi alle 5,23, con profondità di 5 chilometri, e ancora un’altra di 2.6 alle 5,44, a Marradi, con profondità di 8,5 chilometri.
Non si segnalano danni particolari se non qualche crepa, ora in fase di monitoraggio. Finora si sono aggiunte altre otto scosse di assestamento, concentrate nell’arco dei 35 minuti successivi all’onda sismica principale: tra queste, la più forte ha avuto l’epicentro a 4 km a ovest di Tredozio, in provincia di Forlì-Cesena (circa 10 km da Marradi), con una magnitudo di 2.8 e l’ipocentro a 7 km di profondità. La zona di Marradi è storicamente sotto l’attenzione dell’INGV, in considerazione di forti eventi sismici che hanno attraversato un arco temporale che va dal Medioevo al XX secolo. Quello che si sta verificando è lo “stiramento” dell’Appennino, a cavallo tra le due Regioni, che sta andando avanti anche con scosse di piccola entità (2.0) ma che avviene in un’area classificata ad elevata sismicità.
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