La vittima del terribile stupro di Palermo ora è stata accompagnata in una comunità protetta: sotto stress psicologico, la ragazza si sfoga sui social.
Il terribile stupro avvenuto a Palermo lo scorso 7 luglio, ha scosso l’Italia intera. Un fatto incredibile, intollerabile, che logora ogni sensibilità. A distanza di un mese e mezzo, la vittima si sfoga sui social, accusando i carnefici, ma anche gli utenti che hanno avuto il coraggio di giustificare un atto del genere. Lo fa attraverso un lungo post, nel quale si intuisce tutta la sua frustrazione e lo stress accumulato nelle ultime settimane.
“Sono stanca, mi state portando alla morte”, scrive la ragazza, dopo aver letto una marea di commenti che definire ridicoli, se non cretini, è poco. Ora, la 19enne è stata accompagnata in una comunità protetta, dove potrà recuperare la serenità e il benessere psicologico. Superare un accadimento del genere, dimenticare uno stupro, è praticamente impossibile, ma con il tempo, le ferite si risaneranno.
In comunità, poco fuori Palermo, la ragazza potrà restare lontana dal suo quartiere, e potrà ritrovare il benessere di sui necessita. Tra l’altro, la comunità le ha offerto la possibilità di lavorare. Secondo le ricostruzioni di quella terribile serata del 7 luglio scorso, la giovane era uscita con una sua amica, per poi accettare l’invito per una bevuta da parte di un suo conoscente, nel quartiere Vucciria.
Il carnefice ha iniziato a farla bere, fino a stordirla. Chiamati a raccolta i suoi compagni, tutti insieme hanno trascinato la ragazza al Foro Italico, in un cantiere buio, per abusare di lei. L’hanno violentata ripetutamente, a turno. Uno di loro ha ripreso l’intero stupro, dopodiché, il gruppo l’ha rivestita e l’ha abbandonata in strada. La giovane è stata trovata in strada, ancora stordita, da due passanti.
Poco dopo, la 19enne è stata raggiunta dal suo fidanzato, la quale l’ha portata subito in ospedale. In breve tempo, i Carabinieri hanno rintracciato i 7 responsabili dello stupro e li hanno arrestati. Ora, la vittima si sfoga sui social, dichiarandosi stufa e adirata per via di alcuni accuse, sicuramente da parte di gente senza cervello, che fanno riferimento al suo abbigliamento, oppure ai suoi balletti du TikTok, riconducendo a lei stessa la responsabilità dell’insano gesto messo in atto dal branco.
Nessuno merita una violenza simile, tantomeno una semplice ragazza. Alcuni commenti pesano quasi quanto uno stupro, e rischiano di condurre le vittime al suicidio. Di casi del genere, purtroppo, se ne sentono tantissimi, persone bullizzate, prese in giro, offese, che per liberarsi del fardello si uccidono. La vitta dello stupro ricorda certi rischi anche nel suo lungo post.
“Chiudetevi la boccuccia e non giudicate una ragazza stuprata”, conclude la giovane, allegando alcuni screen dal sito del Garante della Privacy, nei quali viene spiegato cosa sia il revenge porn e cosa rischia chi diffonde foto e video senza consenso. Gli stupratori sono tutti in carcere, per loro non ci sono scuse, uno di loro addirittura si vanta del gesto compiuto, e le difese che hanno preso alcuni dei genitori nei confronti dei figli fanno ribrezzo.
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