Datome chiude la sua carriera con l’ultima partita in Italia nel parquet di Ravenna, con indosso la maglia degli azzurri, nell’amichevole contro Porto Rico.
Oggi due parti di me vi racconteranno di un uomo solo. Una parte di me umana, personale e anche bambina, e la parte più professionale che vi racconta della sua ultima partita in Italia prima del ritiro. Oggi parliamo di uno dei più grandi sportivi della nostra epoca nel mondo cestistico: Luigi Datome, o Gigi per chi è abituato a vivere i palazzetti.
Datome nasce a Montebelluna, in provincia di Treviso, e da quel nordico paese scende e conquista penisola, Europa e America. Il suo primo debutto in Serie A fu nel 2003; mentre i Black Eyed Peas cantavano Where is the Love, lui vinceva il suo primo titolo in Serie A. Appena arrivato, con 10 punti sulle spalle e un giovane corpo ancora da allenare e renderlo il campione che è stato. Scafati e successivamente Roma, il motivo per il quale la mia professionalità viene meno e torno ragazzo. 5 anni meravigliosi che segnarono l’intera squadra.
La Virtus Roma oggi non esiste più, fallita in pieno covid, ha segnato la mia crescita e quella di molti romani. No, non esiste solo il calcio, ed esistono ragazzi come me che rinnovavano l’abbonamento al Palalottomatica ogni anno, che c’erano nella finale Virtus Roma – Mens Sana Siena 2013, al terzo anello a tifare con il cuore a duemila, con le urla di Gigi che salivano lungo le pareti del palazzetto. L’unico anno in cui Datome fu premiato come MVP della Serie A, l’unico anno in cui meritavamo veramente quel titolo, vinto da Siena e poi ritirato dalla FIP per ricettazione, evasione e frode.
Oggi ancora ho il biglietto di quell’ultima partita, quella partita dalla quale uscimmo stanchi e sudati, quasi quanto i giocatori. Ci avevamo creduto con tutto noi stessi. Come abbiamo creduto in Datome, la giovane stella che è stata la nostra luce. 5 anni con il numero 13, con quei tuoi capelli e quel fare sorridente che ha segnato il nostro essere sportivi. “si chiude un capitolo della pallacanestro italiana e un capitolo della mia vita. Il pensiero va a chi viveva di Virtus, lavorativamente e sentimentalmente” Queste le parole del nostro amato numero 13 quando, nel 2020, si chiuse uno degli storici capitoli cestistici della pallacanestro romana.
Dopo quella enorme sconfitta sei volato via. Nessuno di noi tifosi ha mai pensato ad un’abbandono, ma ad una crescita. Come un bruco, è diventato farfalla e ha attraversato l’oceano, l’Eldorado dei cestisti, nel parquet più prestigioso del mondo. “lo vedi quello la, Datome, io l’ho visto giocare al Palalottomatica”
Così, dall’NBA e la D-Legue vediamo il suo ritorno in Europa, al Fenerbahce, dimostrando a tutti il suo vero valore, la sua massima capacità tecnica e fisica. 1 Eurolegue, 3 campionati turchi, 3 coppe turche e 2 coppe del presidente. Non contento fece ritorno in Italia insieme all’Olimpia Milano e decise di lasciare il segno anche là. Torna, così, a vincere il campionato italiano, la super coppa italiana e, nuovo arrivo nel suo Palmarès, la coppa Italia.
Ma questo agosto si chiudono i giochi. dopo 20 anni di pallacanestro, 20 anni di titoli ed emozioni, il 7 luglio Datome ha confermato il suo ritiro alla fine dei mondiali che si svolgeranno in Asia. Il 13 agosto è stata, però, la sua ultima partita in Italia. L’amichevole contro Porto Rico a Ravenna è stata il DatomeDay, l’ultimo grande saluto a Datome con lo striscione “come Dante, il tuo cammino azzurro termina a Ravenna”
Dal 2001, nel suo debutto con l’under 14, Datome non ha mancato una convocazione in Nazionale. Oggi capitano della nostra nazionale, ha segnato il suo passaggio con il suo spirito, la sua forza e la sua capacità di sognare che lo ha portato dove è oggi. “Un cruccio c’è, ed è quello della Nazionale [..]. Non abbiamo mai portato a casa una medaglia. E dato che ho sempre sognato e raggiunto più di quello che potevo sognare, voglio continuare a sognare ancora un po’” racconta nel suo video pubblicato il 7 luglio.
Così si conclude la sua carriera. Siamo pronti a vedere le sue ultime battute sportive da giocatore con la magli azzurra nei prossimi mondiali. Citando un altro colosso romano, però musicale, il Piotta: “comunque vada, so che sarà un successo” e questo perché ci stupirà ancora dimostrando i suoi sogni sul parquet.
Caro Gigi, i saluti non fanno parte di un articolo professionale, ma fanno parte di un saluto che è dovuto. Nei miei primissimi anni di piccolo scrittore ti intervistai, tremavo come una foglia. Oggi scrivo del tuo ritiro, con il sorriso di chi ricorda ogni tuo passo, ogni tuo tiro e ogni partita, di uno sguardo adolescente e leggero come una soffice nuvola.
“quindi quello è Datome… ma è un mito!”
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