Che le carceri italiane siano nell’occhio del ciclone non è una novità, ma stavolta la politica ha agito attraverso il Pd: presentata la mozione al sindaco Gualtieri per la chiusura di Regina Coeli.
Tra le tante tematiche che affliggono il nostro Paese, il carcere resta la più discussa. Condizioni sanitarie insufficienti, sovraffollamento e suicidi sono tra i fattori principali che negli ultimi anni stanno smuovendo le acque del dibattito sul sistema penitenziario italiano. Le denunce derivate dalle associazioni, ma anche dalla politica, non hanno però ottenuto finora il risultato sperato. Dallo scorso anno, infatti, la situazione sembra in peggioramento.
In particolar modo dal 2020, anno della pandemia Covid-19, il Ministero della Giustizia non ha avuto un attimo di tregua e sul tavolo di lavoro si è ritrovato parecchie problematiche da affrontare con urgenza. L’ultima riguarda i suicidi in carcere, i cui numeri di persone che si sono tolte la vita tra le sbarre è lievitato in maniera preoccupante negli ultimi due anni. Per questo, la politica capitolina ha deciso di agire partendo dal carcere di Regina Coeli.
Secondo i dati registrati da Antigone, l’associazione che lotta per i diritti dei detenuti, nel 2022 ci sono stati 85 suicidi. Se pensiamo che quest’anno, a partire da quando ha fatto capolino il 2023 a gennaio, sono stati segnalati 47 suicidi, l’allarme è solo all’inizio. Negli ultimi tempi il carcere Le Vallette di Torino è finito nel mirino per il verificarsi di due suicidi nel giro di poche ore. Ad inizio agosto due donne, Azzurra Campari e Susan John, si sono tolte la vita e le proteste sono fioccate arrivando al ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Questi, infatti, sul piano di lavoro potrà ritrovarsi a breve anche l’istanza presentata dal gruppo Pd della giunta di Roma per la chiusura del carcere di Regina Coeli. La richiesta, firmata da tutti i consiglieri e le consigliere dem, è già arrivata al sindaco della Capitale Roberto Gualtieri a cui si fanno presente tutte le carenze della struttura carceraria. L’obiettivo è quello di smuovere le coscienze e arrivare al ministro Nordio, in modo da prendere dei provvedimenti concreti.
La mozione presentata dal Pd capitolino ha molti punti in comune con gli altri penitenziari sparsi in tutta Italia, le cui condizioni sanitarie, il sovraffollamento e gli spazi ristretti sono tra i fattori che li rendono invivibili e deleteri per i detenuti. In particolar modo l’arrivo del caldo torrido che ha colpito la nostra Penisola questa estate ha fatto alzare l’asticella dei suicidi. Da inizio anno soltanto a Regina Coeli si sono registrati tre casi di detenuti che si sono tolti la vita. Ma vediamo nel dettaglio tutti i punti toccati dalla proposta dem.
Oltre ai già citati suicidi, anche le risse tra i detenuti, l’aggressione agli agenti di polizia penitenziaria e le condizioni sanitarie, sia fisiche che mentali, sono tra i principali problemi che affliggono il carcere di Regina Coeli. Costruito nel 1642 ma adibita a struttura carceraria dal 1881, l’edificio di Regina Coeli presenta delle difformità a livello di spazi che, secondo quanto riportato dal Pd, “non sono conformi alle normative vigenti”. Il riferimento è alla regolamentazione sulle superfici che vede un minimo di tre metri per permettere libertà di movimento ai detenuti ribadita sia dall’articolo 3 della CEDU (Corte Europea dei diritti dell’Uomo) che dalla Cassazione.
Visti i dati sul sovraffollamento, ciò non è rispettato. Tra i temi affrontati dal Pd capitolino, i dem snocciolano numeri allarmanti sul sovraffollamento. Nel carcere di Regina Coeli si registra infatti un numero di detenuti che rappresenta il 150% della sua capacità di contenimento. Ciò cozza totalmente con le normative previste nell’ambito del sistema penitenziario, dimostrando così che l’edificio è “inidoneo e insufficiente alla sua attuale destinazione”. Se a questo si aggiungono le carenze sotto l’aspetto delle cure mediche fisiche e soprattutto mentali, i numeri dei suicidi testimoniano come il carcere non sia in grado di fornire un’adeguata forma di rieducazione o speranza.
Se da un lato la mozione del Pd per la chiusura del carcere di Regina Coeli è stata accolta con favore, dall’altra il segretario regionale dell’ Unione Sindacati Polizia Penitenziaria (USPP), ha invece posto l’accento sul numero insufficiente di agenti penitenziari. Rafforzare le strutture carcerarie regionali con almeno 400 nuovi agenti sarebbe già un passo avanti per permettere agli istituti di “fronteggiare i reati e sopperire alle carenze” come aggressioni, risse, suicidi e omicidi ma anche il traffico di droga che viaggia all’interno delle prigioni. La chiusura per Daniele Nicastrini non è dunque la soluzione, eppure da anni il dibattito sul sistema penitenziario lotta per far chiudere i battenti delle carceri. La richiesta da parte della politica dem per Regina Coeli fa da apripista, ma il passaggio cruciale tra Gualtieri e Nordio determinerà la reazione.
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