L’Italia pre boom economico è stata sconvolta dal caso Montesi, che è riuscito a scomodare le più alte sfere della società e della politica italiana.
I fatti di cronaca nera sono capaci di suscitare scandali che rischiano di arrivare alle più alte sfere istituzionali. Infatti il caso della morte di Wilma Montesi ancora oggi è annoverato tra le morti irrisolte che maggiormente hanno influenzato la cultura di massa di un’Italia che da poco era uscita dalla guerra, e che stava tentando di ricostruirsi attraverso la fiducia nella democrazia, di recente acquisizione.
Inizialmente rubricata come morte accidentale, diversi elementi nel decesso della 21enne Wilma Montesi hanno portato giornalisti ed inquirenti a battere delle piste che se confermate, avrebbero creato non solo scandali, ma anche destabilizzazione politica. Ed allora negli anni è stato un susseguirsi continuo di dichiarazioni e smentite, processi per diffamazione e rivelazioni shock. La vita di una modesta ragazza di Roma, ma soprattutto la sua morte, sono state capaci di mobilitare l’opinione pubblica fuori da ogni controllo.
Era l’11 aprile del 1953. Il sabato santo. Dalla spiaggia di Torvaianica si vedeva un corpo galleggiare nell’acqua. Era Wilma Montesi. Ad un manovale, Fortunato Bettini, l’ingrato compito del ritrovamento. Inizialmente l’uomo non si era reso conto di cosa si trattasse, ma quando ha capito che era un cadavere ha subito allertato le autorità. Alcune persone ritenevano che Wilma potesse essere ancora viva, ma invece era morta. Da 18-24 ore, ha confermato il medico legale.
Il corpo è stato trovato con i vestiti indosso, ad eccezione della gonna, delle scarpe e delle calze. La testa nell’acqua, un braccio sopra la testa e l’altro lungo il corpo. L’ipotesi del suicidio è stata prontamente scartata. Una ragazza di Roma per togliersi la vita non prende un treno fino ad Ostia, usa – come purtroppo poteva essere consuetudine – gettarsi nel fiume Tevere. La 21enne proveniva da una famiglia modesta, ed era fidanzata con un agente della Polizia, al momento della tragedia in servizio a Potenza.
Da tutti era reputata una ragazza molto attraente, che non escludeva la carriera di attrice. D’altronde negli anni Cinquanta era piuttosto comune che ragazze dai lineamenti promettenti desiderassero arrivare a Cinecittà. La giovane era scomparsa il 9 aprile, 2 giorni prima del rinvenimento del corpo. La madre e la sorella volevano andare al cinema a vedere “La carrozza d’oro”. Ma Wilma aveva deciso di non andare perché non le piaceva la Magnani. Al ritorno le due donne constatarono che Wilma non era tornata. E neanche il giorno successivo. I suoi gioielli erano a casa. Fatto piuttosto insolito. Glieli aveva regalati il fidanzato e quando usciva li indossava sempre.
Attorno al corpo della giovane in mare si creò un grande interesse. Alla stampa fu vietato scattare delle foto, ma un giornalista eluse il divieto. La descrizione della donna trovata in mare ne permise il riconoscimento. La madre e la sorella di Wilma si resero conto, leggendo il giornale, che la giovane trovata morta a Torvaianica era lei. L’autopsia rubricò la morte come incidente. Annegamento dovuto ad un malore. Wilma era stata refertata come intatta, modo gentile per affermare che era vergine, e per escludere la violenza sessuale.
Dalla ricostruzione del medico legale emerse che con tutta probabilità la giovane ha avuto una congestione infilando i piedi nell’acqua fredda, fatto che unito al ciclo mestruale in corso le ha provocato un malore e l’ha fatta svenire cadendo in mare, dove, priva di sensi, è annegata. Infatti nello stomaco sono state trovate tracce di un gelato che aveva mangiato. Tuttavia diversi elementi non tornavano. Come la sabbia trovata nelle parti intime.
I diversi enigmi sulla morte di Wilma Montesi hanno inquietato l’opinione pubblica dell’epoca. Alcune testimonianze hanno confermato che la ragazza aveva preso un treno per Ostia. Ed allora perché il corpo è stato trovato a Torvaianica? A dicembre dello stesso anno il caso è chiuso: incidente. Ma l’opinione pubblica ed i giornali non sono soddisfatti. Un giornale napoletano, il Roma, ha scritto che Wilma era stata vista 10 giorni prima in compagnia del figlio di una nota personalità pubblica. E dai giornali, inizia a spuntare il nome di Piero Piccioni.
“Attualità“, un settimanale romano ha pubblicato, a fine anno un articolo intitolato “La verità sul caso Montesi”. E la verità sarebbe che nella tenuta di Capocotta diverse personalità politiche ed imprenditoriali organizzavano festini con giovani e belle ragazze. Un giro di droga e prostituzione. Wilma sarebbe stata presente ad uno dei festini. Avrebbe fatto uso di droga ed alcool, si sarebbe sentita male e chi era con lei avrebbe gettato il corpo in mare. Silvano Muto, l’autore dell’articolo, ha sostenuto che la polizia avrebbe svolto delle indagini approssimative, battendo delle false piste per depistare dalla verità. Ed arriva il coinvolgimento della politica.
Piero Piccioni ed il marchese Ugo Montagna, proprietario della tenuta di Capocotta incriminata, sono stati coinvolti nel caso. Per prima la testimonianza di Adriana Bisaccia, e poi di Maria Augusta Moneta Caglio, avrebbero collocato i due uomini nella villa di Capocotta la notte della morte della Montesi. Nella prima testimonianza la Bisaccia ammise di aver partecipato ad un’orgia in cui era presente anche Wilma. Moneta Caglio, all’epoca in ‘affettuosa’ amicizia con Montagna, affermò che la Montesi era la sua amante.
Montagna era una personalità molto influente, e Piccioni, musicista jazz, era il figlio di Attilio Piccioni, Ministro degli Esteri ed uno dei massimi esponenti della DC. Fidanzato con l’attrice Alida Valli, la quale gli procurò un alibi dicendo che il giovane era a casa con un forte mal di gola, e che lei lo avrebbe potuto confermare.
Nrl frattempo la Caglio, sotto suggerimento di un parroco dal quale il padre l’aveva mandata per ottenere un consiglio, scrisse un memoriale in cui confermava il coinvolgimento di Piccioni e Montagna nella morte di Wilma Montesi. Le istituzioni erano terremotate sin dalle fondamenta, al punto che anche il presidente del consiglio Giulio Andreotti fu chiamato ad esprimersi sul caso.
L’anno successivo il caso fu riaperto. Le contraddizioni sulle testimonianze e il nuovo medico legale, dopo l’esumazione del corpo, smentirono l’ipotesi del pediluvio. Piero Piccioni e Montagna furono arrestati. Il primo per omicidio colposo ed il secondo per favoreggiamento. E la cronaca si unisca alla politica. Dopo la morte di De Gasperi la successione della dirigenza della DC era in bilico. Piccioni fu costretto a ritirarsi dalla sua carica, dato lo scandalo che aveva invaso la sua famiglia.
E scoppia la tempesta. La Polizia contro i carabinieri. Il PCI contro la DC. Quindi sesso e politica, che solleticano gli istinti più macabri degli italiani. Ogni giorno i giornali ed i telegiornali si occupano della questione. Il processo del secolo dura tre anni. Nel 1957 il capo della polizia, Montagna e Piccioni sono stati assolti in formula piena.
Il caso rimane ancora irrisolto. Nel 2023 la cultura di massa, attraverso film e citazioni, ancora parla di Wilma. Due sole le certezze. La morte non è stata determinata dal pediluvio. Non è stato un incidente, ci sono uno o più responsabili. Ancora ignoti.
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