Nuovi risvolti sull’omicidio di Bramucci, ora indagata la moglie e la sorella. Insieme avrebbero architettato l’omicidio.
L’uomo si è sempre macchiato di atti immorali spesso scaturiti proprio da relazioni conflittuali. Crimini questi che coinvolgono amici, amanti, fratelli, padri, madri e coniugi. Non importa il tipo di parentela, l’interazione umana comporta di per se degli attriti e dei conflitti. Ed è proprio un conflitto in quello che doveva essere un un matrimonio felice che ha portato alla tragica morte di Salvatore Bramucci.
Storie di passioni contorte e diabolici intrecci familiari non sono nuove alla cronaca italiana, ed il caso delle sorelle Elisabetta e Sabrina Bacchio, ne sono l’esempio più lampante. Una tragedia da cui solo adesso emergono dettagli inquietanti di un delitto premeditato, dove la vittima, Salvatore Bramucci, è stato brutalmente ucciso con sei colpi di pistola.
Il colpo di scena finale, che ha portato Elisabetta Bacchio dietro le sbarre come presunta mandante dell’omicidio, aggiunge un nuovo preoccupante capitolo al caso. Ora quella che sembrava una rapina finita male, o un regolamento di conti, si trasforma in un dramma intricato, con quelli che ricordano gli elementi di una cospirazione familiare con un tema comune a questo tipo di vicende: il denaro.
Ci sono le due sorelle Bacchio dietro all’omicidio di Bramucci
Bramucci è stato trovato senza vita il 7 agosto 2022 per strada, freddato da ben sei colpi di arma da fuoco. A commettere il reato sarebbero stati coloro che a Bramucci dovevano dei soldi, in quanto l’uomo portava avanti numerose attività illecite, tra cui lo strozzinaggio. Proprio per queste sue attività l’uomo era ai domiciliari, ma aveva di recente ottenuto dei permessi. Proprio durante uno di questi l’uomo è stato assassinato in maniera precisa e veloce. Inizialmente gli inquirenti hanno manifestato subito forti dubbi sulle dinamiche, ma solo un anno dopo le ricerche e il lavoro del pm ha portato alla luce l’intricato piano architettato dalla coniuge Bramucci, Elisabetta Bacchio. Questa ora è accusata di essere la “principale ideatrice” di un commando armato che ha compiuto l’agguato mortale.
Gli investigatori affermano che la moglie e la cognata volevano liberarsi definitivamente di Bramucci, presumibilmente per spartirsi un’ingente somma di denaro accumulata dal Bramucci attraverso le sue attività illecite. L’omicidio sarebbe stato architettato proprio da Elisabetta, che avrebbe seguito attentamente gli spostamenti del marito attraverso un’app installata sul telefono, consentendo ai presunti sicari di agire con precisione e velocità. La cognata di Bramucci, Sabrina Bacchio sarebbe stata invece il braccio destro della sorella, colei che istruiva i sicari su orari e abitudini del Bramucci.
La verità chiede sempre il conto
Elisabetta Bacchio, dalla morte del marito avvenuta mentre era a telefono con quest’ultimo, si è dimostrata subito molto collaborativa con gli inquirenti. Raccontava degli affari illeciti del marito, faceva nomi su presunti debitori e persone che dovevano soldi al marito. Tutto con il fine ultimo di depistare il caso ed allontanarsi il più possibile dallo stesso. Purtroppo per lei questo non è bastato, in quanto sin dai primi arresti, qualcuno dietro le sbarre ha iniziato a cantare, a vociferare e alla fine tra piste e altro si è riusciti a trovare la verità. Le donne ora sono le uniche responsabili e mandanti dell’omicidio dell’imprenditore, morto per mano della propria adorata moglie. Ora il caso di Soriano nel Cimino mette in luce proprio la complessità di questi legami e sul lato oscuro delle relazioni intime. La fiducia tradita, i sotterfugi e gli interessi nascosti sono ora gli elementi chiave per leggere e capire questa tragica vicenda. Mentre il tribunale si prepara a giudicare coloro coinvolti nel delitto, la comunità è costretta a confrontarsi con il fatto che, anche nei giorni moderni, l’ombra dell’immoralità può cadere ancora una volta tra le mura domestiche.