Un team scienziati ha condotto una sperimentazione su un nuovo farmaco che porterebbe ad una riduzione del peso corporeo: i risultati sono stati commentati e definiti entusiasmanti dal virologo Roberto Burioni.
Chi ha condotto lo studio e quante persone state coinvolte
Novità in campo medico. Un farmaco sperimentale anti obesità ha portato grandi risultati dimostrando efficacia: riuscendo ad eliminare circa il 13% di peso in sei mesi. Ad oggi gli effetti collaterali non hanno destato preoccupazione e, dunque, bene si inserisce fra la classe di farmaci impiegati per contrastare i chili in eccesso.
Un’altra novità sta proprio nella modalità di assunzione, difatti il medicinale può essere assunto per via orale. I primi risultati sono stati commentati sulla piattaforma X da Roberto Burioni, che li ha definiti entusiasmanti.
I risultati sono arrivati da un gruppo di studiosi internazionali che hanno collaborato con gli scienziati dell’Università McMaster di Toronto (Canada) e con alcuni esperti dell’Università di York, della Wharton Weight Management Clinic, del centro Texas Diabetes and Endocrinology di Austis, della casa farmaceutica Eli Lilly and Company.
A coordinare i ricercatori è stato il professor Sean Wharton, 272 persone le persone coinvolte in sovrappeso o obesità. Quest’ultimi avevano un peso medio al basale di 110 chilogrammi, mentre l’indice di massa corporea medio era di 37,9. In questo contesto nessuna delle persone prese in esame soffriva di diabete di tipo 2.
Come è stato condotto lo studio? In primo momento c’è stata la necessità di creare dei gruppi, a cui sono stati somministrati dosaggi diversi (crescenti) di orfoglipron (nome del nuovo farmaco). Le dosi erano così divise: 12, 24, 36 o 45 milligrammi, dunque crescenti. Come sono state assunte? Per nove mesi, una volta al giorno. Gli studiosi hanno, via via, analizzato il peso corporeo rispetto al basale dopo sei mesi e nove mesi.
Cosa è emerso?
Orfoglipron ha portato notevoli risultati. Dopo sei mesi, riporta la redazione Fanpage, i soggetti che lo hanno assunto hanno fatto registrare una perdita del peso compresa tra l’8,6% e il 12,6%, rispetto al 2% di quello che ha ricevuto il placebo. Nei gruppi che hanno ricevuto il trattamento dopo nove mesi, la riduzione del peso corporeo è salita al 14,7%, mentre nell’altro gruppo (placebo) al 2,3%. Oltre alla perdita di peso, sono stati registrati dei miglioramenti anche per quanto riguarda i parametri cardiometabolici.
Gli effetti collaterali sono stati di tipo gastrointestinale, ma lievi e moderati e solo pochi hanno dovuto procedere con la sospensione del farmaco.
Il farmaco segue il principio di azione della semaglutide. La classe di farmaci in questione agisce e innesca il senso di sazietà, portando ad una regolazione della glicemia, dunque, bene si inserisce anche per il trattamento del diabete di tipo 2. In merito è intervenuto il virologo Roberto Burioni che, con un post su Twitter, ha definito i risultati entusiasmanti.