È importante conoscere non solo il Codice della Strada, ma anche le norme successivamente imposte. Le sanzioni per eccesso di velocità sono tra le più comuni, ed allo stesso tempo tra le più contestate nel Tribunale civile. Un decreto del Ministro dei trasporti nel 2009 ha confermato dei parametri che tutti dovremmo conoscere.
La sentenza della Corte di Cassazione sul controllo della velocità
La questione è abbastanza controversa, ed ultimamente anche disinterpretata da diversi cittadini, che hanno fatto scattare un caso su Internet. Quello che è stato compreso da una recente sentenza della Corte di Cassazione, è che ci deve essere la distanza di almeno un chilometro tra la segnaletica che indica il controllo della velocità ed macchinario automatico o manuale che effettivamente la rileva. Questo ha portato numerosi automobilisti a rivolgersi al Giudice di Pace per farsi annullare la sanzione.
Evidentemente non hanno letto bene la sentenza. Il chilometro prescritto dalla corte di Cassazione, riguarda non la segnaletica di avviso sul controllo della velocità, ma la segnaletica che indica il limite di velocità, esclusivamente nella condizione in cui sia diverso da quello stabilito dal Codice della Strada. In parole povere, si può richiedere l’annullamento di una sanzione fatta con l’autovelox se il segnale che modifica il limite di velocità è posto a distanza inferiore di un chilometro dal macchinario.
La distanza tra l’autovelox e la segnalazione di controllo della velocità
Forse ora la questione è un po’ più chiara. Il cartello che segnala in precedenza il controllo elettronico della velocità, anche detto autovelox, è un obbligo su territorio italiano, ma non in tutta Europa. In Germania ed in Francia ad esempio, non è mai segnalato. Ma chi stabilisce la distanza tra segnaletica che indica l’autovelox ed il macchinario stesso?
Può sembrare un cavillo inutile, invece è un elemento essenziale da tenere presente. In caso di cartellonistica errata, la sanzione per eccesso di velocità può essere invalidata. La distanza minima serve a lasciare il tempo all’automobilista di rallentare e correggere la sua velocità prima dell’autovelox. In realtà non esiste una direttiva specifica per autovelox e segnaletica.
Segue le stesse regole della normale cartellonistica definita dal Codice della strada. Ovvero 80 metri sulle strade urbane di quartiere, 150 metri sulle strade urbane con velocità superiore a 50 kmh e extraurbane secondarie, e 250 metri per le autostrade e strade extraurbane principali. Queste misure sono state confermate da Roberto Maroni, quando nel 2009 era Ministro dei Trasporti.
In definitiva, per riassumere, si può impugnare una sanzione per eccesso di velocità in base alla segnaletica errata solo se il cambio di velocità massima è segnalato ad una distanza minima di un chilometro dall’autovelox. Oppure nel caso in cui non sia rispettata la distanza di 80, 150 e 250 metri nella cartellonistica che indica il controllo elettronico di velocità,