Una dimostrazione davanti l’ingresso del primo ateneo capitolino per ribadire che l’incremento delle locazioni mette a rischio il diritto allo studio
Da oggi, la protesta degli universitari, lo “sciopero” delle tende, coinvolge i principali atenei universitari nazionali. L'”ufficializzazione” è arrivata stamane con le matricole della Sapienza che hanno protestato fuori dall’ingresso principale del campus universitario più grande d’Europa. Ma oggi, come detto, è il primo giorno di una dimostrazione che andrà avanti ad oltranza: quella contro il caro affitti. Come si è potuto osservare nel corso dell’estate, un’ampia anticipazione è giunta da Milano.
Studentesse e studenti del Politecnico di Milano sono stati i primi ad installare i volontari alloggi di fortuna in prossimità delle facoltà. D’altronde i contratti di locazione per gli studenti fuori sede sono diventati insostenibili dopo gli incrementi derivati dall’exploit dell’inflazione che va avanti dallo scorso anno. Una calamità, questa, che rischia di minare le basi di un diritto costituzionale come il diritto allo studio.
L’iniziale protesta milanese sfocia ora a Roma, ma anche a Torino, Padova e in molti altre città universitarie. Dall’input delle matricole del Politecnico sono sorti diversi movimenti che chiedono a gran voce un cambio di rotta radicale. Inoltre, ad aggravare la questione non è soltanto l’aspetto economico, bensì il rapporto del primo con l’aspetto logistico, che si fa particolarmente sentire in una città grande come la Capitale, tra le criticità del traffico e del trasporto pubblico.
È infatti Asia, una matricola di 20 anni, proveniente dalla Sardegna, iscritta al secondo anno di Lettere moderne, che racconta: «Ho trovato una stanza singola a 300 euro in una casa con sei inquilini e un bagno a 50 minuti dall’ateneo». Per la ragazza, assieme a molti altri suoi coetanei che hanno invaso l’ingresso della Sapienza di tende da campeggio, è stata la prima notte in tenda, in un momento in cui anche le temperature stanno scendendo dopo la chiusura dell’estate.
Molti di loro fanno parte dell’Unione degli universitari, e hanno dato vita alla dimostrazione: un assegno gigante da 2 miliardi di euro , con la firma della ministra dell’Università, Anna Maria Bernini. A chiarire il punto, ci pensa la portavoce del sindacato studentesco, Camilla Piredda: «È la nostra stima di quanto servirebbe investire per garantire il diritto allo studio». Sarà una settimana di tendate e flash mob in 25 città italiane proclamate dal’Unione degli universitari. Al grido: «Vorrei un futuro qui».
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