La compagnia irlandese reagisce con durezza al provvedimento dell’esecutivo creando d’ora in poi non pochi problemi nei voli di collegamento con le isole
Non ci sono soltanto le vacanze: è vero che tendenzialmente si associa lo spostamento “continentale” verso le isole a scopi di natura turistica e di villeggiatura. In realtà, le rotte, che siano marittime o aeree, sono fondamentali per garantire viaggi di natura professionale e legati ad altre necessità; in altre parole, servono a tenere un popolo unito nel suo contributo esistenziale ed economico alla ricchezza del Paese, proprio così variegato nella confermazione geografica.
Il turismo (anche quello interno) ha acquistato maggiore dinamicità nel giro di pochi decenni, facendo registrare un aumento significativo del traffico, specialmente quello aereo. Il motivo? L’incentivo, forse: l’abbattimento dei costi sui voli operato da diverse compagnie aeree dichiaratamente “low cost“, prima fra tutte, Ryanair. La compagnia aerea irlandese, leader nei voli a basso costo, si è riuscita a imporre. mi Italia, acquisendo ben presto una posizione di primato anche nei voli nazionali, facendo leva sui numerosi piccoli scali aeroportuali del Paese.
Tetto sulle tariffe aeree verso le isole, la reazione di Ryanair al decreto
Ryanair costituisce un importante punto di riferimento per gli utenti italiani, i quali si affidano alle convenienti promozioni per recarsi all’estero sotto le festività o in prossimità delle vacanze; oppure per raggiungere quelle grandi e piccole città che non sono “coperte” da strategici punti di scambio, come grandi aeroporti. Ciò ha decretato un enorme successo dei servizi e ha riservato un’intensificazione riguardante in particolare le città del Sud Italia e le isole, appunto.
Di certo, la notizia che il governo Meloni ha firmato il decreto che impone un tetto alle tariffe relative ai collegamenti alle isole, non poteva non generare uno scossone. Purtroppo gli effetti del provvedimento, che nonostante tutto puntano a blindare la tutela degli clienti da predatori margini di speculazione, sono il riflesso di quanto Ryanair non abbia preso di buon grado la decisione dell’esecutivo. Pertanto, la risposta del vettore è stata quella di colpire le rotte invernali verso la Sardegna.
L’annuncio della compagnia, arrivato a stretto giro, parla di un taglio nel piano invernale nei confronti dell’isola, pari a sette rotte. In più, sono state cancellate tre rotte nazionali: per Trieste, da Cagliari; per Treviso e Bari, da Alghero. La riduzione delle sette rotte ha invece riguardato i sei collegamenti nazionali (Roma, Milano, Bergamo e Malpensa, Catania, Napoli e Venezia) e un collegamento internazionale (Bruxelles Charleroi). Ovviamente, all’annuncio fa seguito la richiesta della compagnia aerea di un ripensamento da parte del governo.