Al contrario di quanto si pensa comunemente della dieta ipocalorica, i grassi non devono essere banditi né demonizzati. In cosa sono utili.
Innanzitutto è importante distinguere la dieta ipocalorica dalla dieta comune. Per evitare discorsi fuorvianti. La dieta ipocalorica è quella comunemente intesa come dieta dimagrante. Dunque con un apporto calorico studiato sulla persona allo scopo di perdere peso. Mentre la dieta comune non è altro che un regime alimentare attento per avere un’alimentazione sana ed equilibrata. Un numero sempre maggiore di studi si sta orientando sulla corretta alimentazione come importante strumento preventivo per le malattie, specialmente cardiovascolari.
Quando si parla di dieta dimagrante, si pensa immediatamente a pasti insipidi ed a porzioni insignificanti. Non è detto che sia così. La dieta dimagrante è bene che sia personalizzata, in ogni caso ci sono delle accortezze generiche che si possono mettere in pratica. Questo articolo ha scopo meramente illustrativo, non intende assolutamente sostituire un consulto medico o di un nutrizionista.
Innanzitutto si possono distinguere i grassi buoni da quelli cattivi. Per grassi buoni si intendono solitamente quelli di origine vegetale, che non solo hanno meno elementi dannosi all’organismo, ma contengono anche delle proprietà nutritive essenziali. La deriva della società nostrana è stata in breve tempo intrapresa. Pasti rapidi e facili da consumare, spesso preconfezionati se non surgelati o precotti. La prima cosa che chiunque voglia intraprendere un percorso di dieta, ipocalorica o di regime alimentare che sia, deve mettersi in testa, è che si deve dedicare tempo alla cucina ed alla spesa.
Uno dei fattori più importati di una dieta equilibrata è la varietà dei cibi consumati a rotazione all’interno della settimana. I grassi vegetali, quali olio d’oliva, frutta secca, avocado e semi, non devono essere assolutamente banditi. Non solo aiutano il corpo ad incamerare antiossidanti ed omega tre – utile anche a bruciare i grassi – ma danno un soddisfacente senso di sazietà che consente di consumare meno calorie.
E neanche i cosiddetti grassi cattivi devono essere completamente banditi. I grassi di origine animale, che possono essere latticini, uova, burro, ed anche carne rossa e pesce, consentono con una modesta quantità di dare un senso di sazietà appagante che dura per diverse ore. L’importante è mantenersi entro i limiti prestabiliti dal nutrizionista. Come dose e numero di porzioni a settimana.
Il pericolo maggiore di questi grassi è l’apporto di colesterolo, il cui accumulo nel tempo può essere pericoloso. In tutto questo discorso non si deve dimenticare la componente psicologica del mangiare. Una dieta ‘triste’ probabilmente dura poco. Una più variegata consente maggior soddisfazione gustativa e continua a far perdere peso con soddisfazione.
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