La Procura di Palermo ha deciso di opporsi alla decisione del Giudice data la gravità dei fatti e la violenza dello stupro.
Quella notte del 7 luglio a Palermo, che doveva essere una serata di leggerezza e divertimento, la 19enne non la dimenticherà mai. Dopo vari giri nei locali palermitani, nella zona della Vucciria, la giovane è stata trascinata in un luogo appartato nell’area del Foro Italico. E lì è iniziata la barbara violenza. Nove ragazzi giovani e giovanissimi hanno iniziato ad abusare di lei. Lo stupro di gruppo è stato consumato da sei di loro, mentre gli altri tre assistevano alla scena. A quanto pare uno dei più violenti era un minorenne, ad oggi diventato maggiorenne.
La vittima ha prontamente denunciato l’accaduto alle Forze dell’ordine, e grazie alle telecamere di sorveglianza sono stati identificati i colpevoli, sono pochi giorni dopo incriminati dell’atto criminoso. A rendere ancora più convincente e spregevole l’accusa, dei filmati dell’accaduto che i presenti, probabilmente chi non ha partecipato direttamente alla violenza sessuale, hanno girato e pubblicato su una chat di gruppo. Questo dovrebbe essere un fatto aggravante.
La sentenza del giudice per le indagini preliminari ha lasciato sconcertata la procura di Palermo. Uno dei giovani, che all’epoca dei fatti era minorenne, ed ora maggiorenne, ha confessato apertamente l’atto delittuoso. In conseguenza alla confessione, un crimine aggravato che avrebbe comportato da 8 a 14 anni di reclusione, è stato commutato a pena da scontare in comunità di recupero.
Senza dubbio i lavori sociali e la comunità sono un buon modo per reinserire nel tessuto sociale. Ma non deve essere trascurata l’efferatezza del reato. Dalle testimonianze della vittima il ragazzo era particolarmente violento ed attivo nello stupro collettivo. La procura di Palermo ha intenzione di opporsi alla decisione del collega. Il giovane ex minorenne è stato incarcerato per un solo giorno, mentre i suoi amici sono agli arresti dal giorno dell’imputazione. Ad inchiodarli non solo le telecamere, ma anche i video dei fatti che macabramente sono girati su WhatsApp.
Presso il parco acquatico del lago di Garda negli scorsi giorni si è consumato un fatto simile. La vittima, una 19enne, è riuscita a divincolarsi ed a evitare lo stupro di gruppo. L’accusa contro tre uomini italiani tra i 30 ed i 40 anni è di violenza sessuale. Durante una festa la ragazza si è allontanata dal gruppo di amici per raggiungere la toilette.
Lì tre uomini la hanno braccata. Due la spogliavano e toccavano nelle parti intime, ed il terzo faceva da palo. La giovane è riuscita a divincolarsi dalla presa ed a chiudersi a chiave nel bagno, da cui ha iniziato a gridare aiuto. Quando gli amici, non vedendola tornare, si sono allarmati ed hanno raggiunto il bagno, degli stupratori non c’era più traccia. Due delitti simili in meno di un mese. La situazione è preoccupante.
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