Si registrano nuovi contagi in picchiata e la Regione predispone il nuovo piano antinfluenzale che prenderà avvio da ottobre. Come sarà organizzato
Come ogni anno, in questo periodo, sul calar dell’estate si torna a parlare di influenza. È vero che soltanto pochi giorni dividono dall’autunno, la stagione per antonomasia ove matura l’annuale ondata di febbre, raffreddore, dolori muscolari e altri sintomi. Dall’emergenza sanitaria da Coronavirus, si è imparato a bollare ogni nuovo corso di contagi, come la manifestazione delle varianti maturate dall’originario ceppo del Covid-19.
Dal 2019, infatti, il virus non ha ancora abbandonato i sistemi immunitari della società globale, sebbene tenti una convivenza con altri ceppi influenzali, che questi sì, si palesano di stagione in stagione. Inoltre, le condizioni del Covid dipendono dalla sua capacità di sopravvivenza, di adattamento, specialmente dopo la diffusa protezione scaturita dalla politica di vaccinazione alla popolazione. Ma di fatto la stagionalità dell’influenza tout court risveglia anche tutte le potenzialità di diffusione del virus che ha tenuto in ostaggio per due anni l’Italia.
L’attenzione maggiore è ovviamente rivolta ai soggetti più fragili, in particolare; tra l’altro, ogni tentativo di arginare la circolazione virulenta su di essi rappresenta il fondamentale argine sul piano macroscopico della demografia nazionale. Di fatto, come più volte è stato ribadito, occorre convivere con un’ondivaga convivenza con il virus, al pari delle regole oramai assimilate per la protezione, buone in ogni circostanza e in ogni momento storico che le richiede.
In concreto, si registrano nuovi contagi in risalita da Covid. Si tratta dell’ennesima prova per la Regione Lazio, la quale sta predisponendo il contestuale avvicendamento della campagna di vaccinazione antinfluenzale e la campagna di immunizzazione da Sars-Cov-2. Questa seconda, precisano dalla Regione, è raccomanda a 350mila soggetti fragili e agli over 60 del Lazio (che sono 1.725.000). Si inizia dal 2 ottobre, ma è possibile che dal Ministero della Salute possa arrivare l’autorizzazione ad anticipare l’inizio della campagna.
Come già si è potuto notare, non esistono più strutture dedicate alla vaccinazione contro il Coronavirus. Come i passati hub, ad esempio. I protocolli per le vaccinazioni coinvolgono esclusivamente i medici di famiglia e le farmacie, i centri vaccinali presenti nelle ASL e negli ospedali, oppure nelle strutture private accreditate dalla Regione. Il vaccino utilizzato continua ad essere prodotto dalla Pfizer, acquistato ad alto livello dallo Stato. I protocolli sono i medesimi per ala consueta campagna contro l’influenza.
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