L’affitto con riscatto rappresenta una modalità contrattuale di recente costituzione che permette all’inquilino di avere una grande opportunità. Ecco qual è
Il mese di settembre rappresenta la ripresa della routine quotidiana dopo la pausa estiva. L’interruzione dal lavoro e da una certa, frenetica quotidianità urbana, presuppone che abbia tenuto provvisoriamente a distanza molte spese (per lo più sostenute in anticipo). Nessun rischio di saltare il pagamento comporta la rata del mutuo, dal momento che per prassi contrattuale, l’addebito avviene sul conto corrente in automatico.
Nel contesto del finanziamento per l’acquisto di una casa, non si sono potuto evitare le vicissitudini che hanno colpito proprio il comparto mutui degli istituti di credito. Al centro delle cause, resta l’inflazione: un fattore che dopo l’aumento dei tassi di interesse, operato dalla Banca Centrale Europea, nello scorso autunno, ha gonfiato la rata mensile fino a punte di 250 euro mensili, oltre a fiaccare la richiesta di nuove sottoscrizioni.
Contratto affitto, come funziona la formula con riscatto
In parallelo alla stagnazione della domanda, si è inevitabilmente verificata la crescita dei prezzi sugli immobili stessi. Tale condizione, accompagnata dai dati macroeconomici e, al contempo, dai fattori individuali di tolleranza nei confronti dell’attuale costo della vita in rapporto con le personali potenzialità economiche(il lavoro, ad esempio), sta soltanto realizzando quelle stime in calo che erano state attribuite al 2023 nel settore immobiliare.
Il fenomeno inverso ma fisiologico riguarda la crescita degli affitti, convertendo dunque migliaia di potenziali proprietari (presi di mira dai deficit economici) in realistici inquilini. Certo, l’accesso ai contratti di locazioni non prevede garanzie meno stringenti di quelle che possono essere esibite ad una banca per ottenere un mutuo. Il mercato degli affitti, però, è andato adattandosi alle odierne circostanze proponendo altresì forme flessibili di contratto.
Una di queste nuove forme contrattuali relative alle locazioni è rappresentata dal rent to buy, ossia l’affitto con riscatto. La formula è nata dal decreto “Sblocca Italia” n. 133 del 2014. Gli immobili interessati sono case, negozi, uffici, terreni ed immobili di edifici in costruzione. L’affitto con riscatto consiste nel godimento dell’immobile dalla parte del locatario, con l’opzione di acquisto; ciò è possibile grazie al fatto che il prezzo viene saldato da una quota mensile più alta rispetto ad un normale canone, comprendente l’acconto sulla compravendita.
Terminato il periodo di godimento dell’abitazione, l’inquilino può saldare il prezzo (riscattando la casa, appunto) e diventarne il proprietario. Nel contratto di locazione sono già inclusi elementi appartenenti ad un contratto preliminare. Al suo interno, il contratto rent to buy prevede queste opzioni: il diritto di acquisto; il patto di vendita futura; la riserva di proprietà (la risoluzione del contratto da parte del proprietario originario in caso di inadempienza dell’inquilino). In caso di risoluzione del contratto, essa dev’essere giustificata dal mancato pagamento di un numero minimo di canoni pari a 1/20 del canone complessivo. L’inquilino, una volta pagato l’intero prezzo, può disporre da subito dell’immobile; ed, inoltre, prima di prenderne possesso, non ha a suo carico il pagamento dell’Imu e della Tasi.