Dopo l’invasione del granchio blu nei nostri mari, che ha creato problemi per l’ecosistema, ora arriva nei supermercati: si può mangiare!
Dall’inizio dell’estate non si è fatto altro che parlare dell’invasione del granchio blu sulle nostre coste. Un animale capace di riprodursi velocemente, mettendo a rischio l’intero ecosistema del Mediterraneo. Il granchio blu ha creato non pochi problemi, negli ultimi mesi. SI tratta di una specie aliena, appartenente alla famiglia dei Portunidi e originaria del continente americano, presente dal Canada fino all’Argentina.
Tramite l’acqua incamerata per zavorrare le navi, questo crostaceo è stato introdotto in tutte le parti del mondo, creando diversi problemi. Le prime segnalazioni in Italia risalgono addirittura agli anni ’50, tuttavia, mai come negli ultimi tempi si era vista una diffusione così veloce e pericolosa. A partire dai primi anni 2000, infatti, il granchio blu ha popolato il Mediterraneo, partendo dalla Puglia e dalla Basilicata, e risalendo la Penisola.
Dal 2023, la sua presenza sempre più invadente ha creato scalpore tra i pescatori. Tra l’altro, gli esemplari presenti sulle coste italiane presentano dimensioni maggiori rispetto a quelli avvistati decenni fa. Il granchio blu può raggiungere notevoli dimensioni, superando i 20 centimetri di larghezza e i 15 di lunghezza. La femmina della specie può deporre addirittura 2 milioni di uova.
Si tratta di un animale abbastanza aggressivo e onnivoro, che si commercia da sempre nei suoi luoghi di origine, dove viene pescato per uso alimentare. Oggi, data l’invasione in Europa, il granchio blu lo si può trovare anche nei nostri supermercati. La sua carne è ricca di vitamine B12. Negli Stati Uniti, si è soliti consumarlo bollito in acqua, arricchito con erbe aromatiche e aceto, oppure fritto.
Dall’inizio del mese di agosto il granchio blu è approdato in tanti supermercati italiani. Ad esempio, lo si può trovare nei supermercati della catena Pam, ma lo si può trovare anche nei mercati e nelle pescherie della varie città. La sua carne è considerata prelibata, anche se meno saporita di quella del granchio autoctono a cui siamo abituati. Il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha postato recentemente una foto, tenendo in mano un vassoio di granchi blu, invitando tutti a consumarlo.
L’invasione di questa specie si combatte anche a tavola, favorendone il consumo. Il granchio blu, come accennato, sta mettendo in squilibrio il nostro ecosistema, divorando le nostre vongole e altri molluschi. “Mangiarlo significa anche proteggere la nostra pesca”, afferma Lollobrigida, sottolineando anche l’ottima qualità della sua carne, ricca di proprietà.
Il Governo ha stanziato quasi 3 milioni di euro per combattere l’invasione del granchio blu, delegando la sua cattura ai pescatori delle varie Regioni. La lotta a questa specie aliena diventa, dunque, un’opportunità culinaria. Nelle pescherie, nei supermercati e nei ristoranti, da qualche settimana compaiono proprio questi esemplari, e si moltiplicano le ricette per cucinarli a dovere.
Il sapore del granchio blu è dolce e delicato, la sua carne è tenera e ricca di minerali e di vitamine, il suo profumo è intenso ed evoca il profumo del mare. Viene venduto a circa 7/8 euro al chilo. Nei ristornati, in media, si pagano 10 euro per consumare quattro granchi alla griglia. Gli esemplari più rari sono venduti anche a 15 euro al chilo, i più piccoli vanno dai 3 ai 5 euro al chilo.
Le tre ricette più richieste nei ristoranti sono quella al vapore, insaporita con prezzemolo fresco, sale, pepe nero e un goccio di olio d’oliva. Oppure, gli spaghetti al granchio blu, o spezzettato e mescolato con l’insalata, il mais, la senape, succo di limone, pepe nero e olive verdi.
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