Poteva essere una classica separazione dopo tanti anni d’amore ed invece no, ci vanno di mezzo i legali. Leonardo Bonucci cita in giudizio la Juventus, squadra alla quale chiederà un risarcimento danni per la condotta lesiva nella sua immagine. Ricorderete infatti che la Vecchia Signora aveva deciso di mettere fuori progetto il difensore trentaseienne ad inizio Giugno.
Torniamo indietro nel tempo, atterrando nell’ormai lontano 2009. Leonardo Bonucci è un giovane difensore in forza al Bari. Nella squadra pugliese effettua un’ottima stagione, attirando gli interessi di numerosi top club italiani. Tra tutti, la spunta la Juventus che se lo accaparra per una cifra intorno ai 15 milioni di euro. Il resto è storia: è impossibile dimenticare la BBC, il trio difensivo composto da Bonucci, Barzagli e Chiellini, uno dei più forti dell’intera evoluzione del calcio.
Con la casacca bianconera colleziona 227 partite, realizzando tra l’altro ben 13 gol. Poi nel 2017 il crack: dissidi con società ed allenatore allentano i rapporti a tal punto che Bonucci viene venduto al Milan. Con i rossoneri però non è la stessa cosa e la sua esperienza non è indimenticabile. L’anno dopo infatti, la Juventus lo riporta a casa. Fila tutto liscio, fino alla scorsa stagione quando complici infortuni e scelte tecniche, l’ex Bari vede pochissimo il campo. A Giugno, la società di Agnelli lo esclude dal progetto lasciandolo fuori rosa, cosa che lo spinge ad andare all’estero, all’Union Berlin. Tutto questo avviene in un momento critico, dove si vocifera di una “Juventus in vendita”.
Così facendo, la Vecchia Signora avrebbe spinto per una cessione del difensore. È proprio su questo punto che Bonucci fa forza nella sua chiamata al giudizio: secondo lui infatti, ciò avrebbe leso profondamente la sua carriera. Anche solamente il fatto di doversi allenare in orari serali, separato dai suoi compagni di squadra, sarebbe un fattore quasi umiliante. Anche il non aver accesso a palestre, piscine e ristorante ha avuto il suo peso.
Il trentaseienne avrebbe dunque richiesto un risarcimento per danni, non chiaramente per il denaro ma per un fattore di principio. In caso di vittoria, i soldi infatti andrebbero a Neuroland, associazione che sostiene le famiglie dei bambini ricoverati nel reparto di neurochirurgia pediatrica dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino e Live Onlus.
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