Blitz delle forze dell’ordine a Tor Bella Monaca, operazione che ha impegnato controlli su decine di persone e situazioni di disagio nel comprensorio del Ferro di Cavallo.
Grande blitz a Tor Bella Monaca delle forze dell’ordine, polizia di stato, polizia locale, carabinieri e guardia di finanza. 600 uomini dislocati all’alba, blindando il quartiere del VI Municipio, nel quadrilatero di case popolari circondate dalle piazza di spaccio del territorio. Parliamo del Ferro di Cavallo, che si snoda attorno all’R5. Luoghi difficili che coinvolgono le vite di molte famiglie in un contesto duro e complesso. Quartiere di grandi difficoltà, abbandonato dalle istituzioni per anni e che ha instaurato dentro di sé un nucleo di spaccio e di malavita che condiziona tutte le famiglie.
Il quartiere ha attirato l’attenzione maggiormente in questo periodo, in particolar modo dopo l’aggressione del prete antimafia Don Antonio Coluccia. La prefettura, dopo l’evento che ha puntato l’interesse di tutti nel complesso quartiere, ha deciso di finalizzare un’operazione di controllo a pugno duro per tentare di ristabilire la legalità, così nelle spiegazioni della prefettura. L’operazione è stata seguita da un elicottero che è stato da sostegno all’operazione che ha mosso 600 uomini.
Il blitz al ferro di cavallo: ecco cosa è successo
Sono state, così, sequestrate diverse dosi di cocaina e svariati grammi tra hashish e marijuana, trovati anche negli ascensori e nascosti nel comprensorio. Tre le persone arrestate per reati ricollegati agli stupefacenti. Inoltre sono state denunciate 26 persone per occupazione abusiva di alloggi di edilizia residenziale pubblica, di cui tre persone straniere in verifica di documenti per la loro presenza sul territorio nazionale. Un’operazione che ha coinvolto il controllo su 80 appartamenti nel quadrilatero. Inoltre sono stati trovati 4 veicoli rubati e oltre 60mila euro in un appartamento. Denunciato, infine, un uomo per ricettazione, sequestrate 6 tessere sanitarie.
Il blitz ha coinvolto tutto il quartiere con anche un ingresso di Acea e Ama per controlli e pulizia. Il contesto sociale del territorio è molto difficile e l’abbandono delle amministrazioni ha peggiorato la situazione fino ad un punto di rottura che noi oggi vediamo e constatiamo. L’ingresso delle forze dell’ordine è sicuramente stato decisivo per segnalare una presenza non scontata, ma la domanda è fino a che punto possiamo proseguire così?
“chi ha deciso che Tor Bella Monaca dovesse essere abbandonata a se stessa si sbaglia. Non arretreremo di un passo perché nessun romano merita di vivere così. Ci sono luoghi che bisogna presidiare, che vanno resi sicuri, che necessitano di una presenza costante delle istituzioni e del mondo civile per rivivere.” Commenta così la delegata alla sicurezza del Comune di Roma, Monica Lucarelli.
Blitz a Tor Bella Monaca: ma non basta
Il blitz è essenziale se la rete illegale che abbraccia il territorio si sente sufficientemente sicura da aggredire figure come Don Antonio Coluccia. Si spera, però, che questo accompagni altro, in un contesto di vero “ripristino della legalità” che spesso ci sentiamo in dovere di dire, ma che poi non ne capiamo il significato. “Impariamo ad ascoltare le persone” la frase di Monica Lucarelli racchiude tutto il punto: il blitz da solo manca di prospettiva.