Aumentano i costi per l’abbonamento di Amazon Prime. Per il momento si parla di un aumento del 20% che parte dagli USA. Ma ancora nulla è stato esattamente definito. La piattaforma streaming sta cercando il modo per fare cassa e scalare i competitors, in prima battuta Netflix.
I due colossi dello streaming erano loro. Senza possibilità di appello. E gli altri, che sono arrivati dopo, viaggiavano a distanza di sicurezza. Questo scenario, dal post pandemia in poi è cambiato. Netflix, che durante i lockdown mondiali ha avuto il boom di abbonamenti, sta cercando tutte le strategie possibili per riceverne di nuovi, dato il calo dei profitti degli scorsi anni. Amazon Prime, che oltre ad essere piattaforma streaming è anche produttore di diversi film, ha avuto l’età dell’oro, che sta già passando.
I competitors gli soffiano sul collo. Disney plus, Paramount ed altre piattaforme stanno ricevendo molti abbonamenti perché hanno capito a quale target di mercato rivolgersi. Mentre Prime e Netflix rimangono piattaforme con contenuti generalisti.
Ed allora la battaglia è all’ultimo contenuto ed all’ultimo abbonamento. Netflix sta lavorando ancora sulla questione della condivisione degli abbonamenti. Durante la pandemia ha fatto orecchie da mercante, ma con il calo degli abbonamenti ha iniziato a dare uno stop alla possibilità di passare l’account a parenti ed amici.
Può sembrare un ricatto. L’offerta sarà di minore qualità, se vuoi quella di prima devi pagare una cifra supplementare. Dopo che lo ha fatto Netflix era prevedibile che arrivasse anche a Prime: la pubblicità. Amazon Prime pare che introdurrà nell’abbonamento standard dei brevi spot che però interrompono la suspense del film o della serie. Fino a qualche anno fa eravamo abituati alla pubblicità in televisione, ma con l’avvento delle piattaforme a pagamento è stato facile tornare ad una visione cinematografica, senza interruzioni.
E tra un po’ chi la vorrà dovrà pagare di più. Negli Stati Uniti dovrebbe arrivare a breve l’aumento per chi rifiuta i contenuti pubblicitari. La cifra ufficiale non è stata ancora stabilita, ma dovrebbe essere il corrispettivo di un euro in più al mese. Che a fine anno diventano 12 euro. Questo consentirebbe, a detta dell’azienda, di investire il surplus che proviene dagli abbonamenti maggiorati in prodotti audiovisivi di qualità.
L’abbonamento maggiorato in Italia dovrebbe arrivare nel corso del 2024. La quota da aggiungere, per chi non vuole vedere la pubblicità, è sempre la stessa: un euro al mese. Se invece non importa che i contenuti siano interrotti dagli spot, allora il costo rimarrà stabile, 4,99 euro al mese. Il ricarico per i contenuti senza pubblicità dovrebbe riguardare esclusivamente gli utenti che pagano un abbonamento mensile. Chi si affida a quello annuale, invece, continuerà a vedere i film senza spot e senza prezzo maggiorato.
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