Entro questo mese la sperimentazione del nuovo servizio automatico nazionale in caso di disastro verrà avviata nelle Regione ligure. Ecco come funzionerà
Nel corso della storia, senza eccezione degli ultimi decenni di cui si è stati testimoni, è accaduto che che intere isole o ampi tratti di costa siano stati inghiottiti dal mare per effetto di tremendi maremoti, modificando radicalmente il profilo geofisico del territorio. Il fattore più drammatico sta nel fatto che in questi fenomeni le vittime sono state centinaia, affiancate a migliaia di sfollati. Troppe volte la forza della natura supera l’efficienza dei sistemi di allarme delle guardie costiere, o in altre circostanze si ritiene di non dover diramare l’allarme (come di recente è accaduto con gli incendi scoppiati nell’isola di Maui).
L’Italia è un territorio che presenta varie criticità geologie: si tratta in particolare di terremoti e di vulcani attivi o che possono risvegliarsi. Da diversi anni esiste un piano di evacuazione delle zone urbane poste ai piedi del Vesuvio, nel caso il cratere riprenda, dopo svariati decenni, ad eruttare di nuovo. In Giappone, i costanti terremoti hanno portato la popolazione a familiarizzare con le norme di sicurezza da seguire per salvaguardare l’incolumità durante l’evento.
Nonostante la sismicità della penisola sia molto alta, la fragilità del territorio e soprattutto delle antiche città fa sì che il patrimonio naturalistico ed urbano ne esca puntualmente devastato. Ma come è noto, esiti analoghi si verificano nel corso di violente esondazioni che colpiscono abitati e zone industriali. Lo Stato si è dotato in tempi non sospetti di una complessa organizzazione di Protezione Civile, sia da un punto di vista dei numeri in termini di volontari che di logistica.
In questi ultimi mesi, dopo i disastri avvenuti a seguito di alluvioni e altre calamità inflitte dai mutamenti climatici, il Dipartimento della Protezione Civile non vuole operare con efficacia e rapidità in termini di soccorso, ma anche in funzione della prevenzione. Premesso che ad oggi non è possibile prevedere l’arrivo di un terremoto, si può comunque governare le operazioni di primo soccorso con uno strumento giunto alla sua fase di sperimentazione.
Si tratta del messaggio di It-alert, inviato in automatico ai riferimenti telefonici dei cittadini interessati nei casi di: maremoto, crollo di una grande diga, incidente nucleare, emergenze radiologiche; gravi incidenti presso stabilimenti industriali; precipitazioni eccezionalmente intense. Dopo le prove in molte Regione italiane, il calendario dei messaggi test prosegue: il 27 settembre tocca alla Liguria. Il sistema di preallerta sui telefoni cellulari, una volta superata la fase di prova, verrà integrato nei sistemi di comunicazione già in uso nel corso di eventi eccezionali.
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